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Dal 31 gennaio al 3 febbraio 2019, quest’interessante esposizione al PAD (Pavillon des Arts et du Design) di Ginevra, giunta alla sua ottava edizione, sarà come sempre una vetrina di primo piano per artisti, galleristi, istituzioni legate al mondo dell’arte internazionale e nuove proposte.

Il terreno è fertile per prendere contatto con nuove forme d’arte, ma soprattutto con nuove prospettive.

Personalmente guardo sempre a questi appuntamenti con estrema voracità, non solo per deformazione, ma perché, più che l’evento in sé, mi incuriosiscono le diverse personalità con cui condividere affinità o suggestioni.

Durante un approfondimento sul mondo dell’arte a Ginevra, mi sono imbattuto in uno scultore della pietra, con cui ho sentito da subito un’affinità, quel punto di contatto che in qualche modo definisce anche la mia prospettiva.

Si tratta di Vincent Du Bois, un artista contemporaneo con una formazione da scultore su pietra, dovuta alla tradizione di tagliatori di pietra della sua famiglia da parte di madre. Ragione per cui principalmente porta avanti l’idea che sia l’identità culturale a fare l’artista. E’ uno scultore ma ha scelto di unire materia e tecnologia, per portare esteticamente l’innovazione nella tradizione, realizzando opere in cui marmo e codici trovino un linguaggio espressivo comune.

In una sua intervista sostiene che l’artista non è un essere nelle cui vene scorre un fluido diverso dagli altri, ma che ciascuno di noi può sviluppare un rapporto creativo con il mondo. La sua creazione può essere ovviamente talentuosa o meno, ma questo è un giudizio che spetta ad altri .

Opinione che condivido pienamente.

Ma è soprattutto quando sostiene che nonostante sia uno scultore, la pietra non è sempre presente nel suo lavoro perché per ogni progetto preferisce scegliere il materiale più adatto a trasmettere l’idea, che trovo con lui il mio punto di contatto.

Ecco il concetto comune: partire dall’idea e non dal materiale e sviluppare poi un linguaggio che trasmetta un pensiero, un sentimento, una provocazione, un messaggio, utilizzando strumenti e materiali diversi.

Come mi accade quando decido di dare corpo alla tela, di uscire dal colore per realizzare la forma.